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Martedì, 08 Maggio 2012 10:25

Armi, Rete Disarmo e Tavola della Pace: “Aumenta l’export, meno trasparenza”

Le due Reti analizzano il Rapporto 2012 del Governo: "Aumentano le esportazioni di armi italiane verso le zone di maggior tensione del mondo ma diminuisce l’informazione fornita dal Governo". E chiedono un “incontro urgente” al premier Monti


ROMA - Un preoccupante incremento di autorizzazioni all’esportazione di armamenti verso le zone di maggior tensione del pianeta (dal Nord Africa al Medio Oriente fino al sub-continente indiano), una inspiegabile sottrazione di informazioni riguardo alla tipologia dei materiali esportati e una serie di cifre che sono smentite dalle stesse tabelle allegate ai documenti ufficiali. E’ quanto denunciano la Rete italiana per il disarmo e la Tavola della pace a commento del "Rapporto del Presidente del Consiglio sui lineamenti di politica del Governo in materia di esportazione, importazione e transito dei materiali d’armamento" per l'anno 2011, pubblicato nei giorni scorsi dall’Ufficio del Consigliere Militare del Governo.
Le due reti, che rappresentano oltre un centinaio di associazioni nazionali, chiedono al Governo Monti un “incontro urgente” sulle politiche delle esportazioni militari del nostro paese in ottemperanza all’impegno – ribadito nel Rapporto – di "continuare il dialogo con i rappresentanti delle Organizzazioni non governative (Ong) interessate al controllo delle esportazioni e dei trasferimenti dei materiali d’armamento con la finalità di favorire una più puntuale e trasparente informazione nei temi d’interesse”.
“Un rapporto reso noto con un forte ritardo che si caratterizza per un’ingiustificata mancanza di documentazione rispetto a quella fornita dagli ultimi Governi sulle tipologie di armamenti esportati e per diverse informazioni contraddittorie e inconsistenti – commenta Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo -. Solo una parte minore delle autorizzazioni all’esportazione per l’anno 2011 è attribuibile al Governo Monti, ma la responsabilità delle mancanze e degli errori nei documenti presentati deve invece essere attribuita all’attuale Presidenza del Consiglio. Dal ‘governo tecnico’ ci aspettavamo maggior trasparenza e informazioni complete e precise in un rapporto di fondamentale importanza per le implicazioni sulla politica estera e di difesa del nostro paese”.

Dal Rapporto – denunciano Rete disarmo e Tavola della pace – è scomparsa la Tabella 15, che negli ultimi anni, documentando i valori e le tipologie dei sistemi militari autorizzati verso i singoli paesi, forniva informazioni preziose per il controllo e la trasparenza delle politiche di esportazione militare. Il Rapporto segnala che nel 2011 “si è avuto un incremento, pari a 5,28%, del valore delle autorizzazioni alle esportazioni, al netto delle autorizzazioni per i programmi intergovernativi, e si è riscontrato un significativo aumento delle autorizzazioni per i programmi intergovernativi di cooperazione rispetto all’anno precedente che di fatto ha riportato i valori ai livelli del 2009”. Ma le operazioni più consistenti riguardano principalmente le aree al di fuori delle tradizionali alleanze del nostro paese: solo il 36% delle autorizzazioni all’esportazione è verso i Paesi della Nato/Ue ed europei Osce (per un valore di 1,1 miliardi di euro), mentre oltre il 64% (per un valore di 1,959 miliardi di euro) è diretto verso paesi non inseriti in queste alleanze.
“L’esportazione di armi italiane verso zone cariche di conflitti e di tensioni è inaccettabile, alimenta le guerre, accresce l’instabilità e minaccia la nostra stessa sicurezza. Governo e Parlamento devono intervenire per fermare questa vera e propria follia invertendo la tendenza degli ultimi anni", sottolinea Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace. Che aggiunge: "Com’è possibile che il Parlamento non abbia ancora trovato il tempo per esaminare le Relazioni governative sulle esportazioni militari?".

Da una meticolosa ricerca svolta da Giorgio Beretta di prossima pubblicazione per l’annuario dell’Osservatorio sul Commercio delle armi (Os.C.Ar.) di Ires Toscana emerge che, mentre nel triennio 2006-08 (cioè in gran parte durante il Governo Prodi II) oltre il 62% delle autorizzazioni all’esportazione di materiali militari italiani era stata diretta ai paesi alleati della Nato e dell’Unione europea, nell’ultimo triennio (cioè durante il Governo Berlusconi IV) il rapporto si è invertito e, con il 61% del totale, sono stati i paesi al fuori delle alleanze Nato/Ue i principali destinatari di armamenti italiani. “Le direttrici delle nostre attuali esportazioni sembrano quindi nuovamente indirizzarsi verso aree e paesi in via di sviluppo, analogamente a quanto avveniva nel corso degli anni '70 e '80, durante i quali contribuimmo all'incremento delle tensioni e dei conflitti nel mondo, di fatto bypassando lo spirito della 185 stessa”.
“Il rapporto della Presidenza del Consiglio presenta inoltre una serie di imprecisioni che è difficile attribuire a meri errori tecnici – commenta Giorgio Beretta, analista della Rete Disarmo -. L’elenco dei Paesi principali destinatari delle autorizzazioni alle esportazioni definitive di prodotti per la difesa riporta nell’ordine, l’Algeria (477,5 mln di euro), seguita da Singapore (395,28 mln. di euro) e Turchia (170,8 mln. di euro) mentre la Tabella n. 4 allegata a fine rapporto – tra l’altro incompleta – che visualizza graficamente le medesime autorizzazioni segnala al terzo posto l’India (259,41 mln di euro): un paese dove – proprio durante la prigionia dei due marò italiani – il governo Monti ha autorizzato la partecipazione delle aziende di Finmeccanica al salone di prodotti militari Defexpo (New Delhi 29 marzo – 1 aprile). Sempre a p. 27 del Rapporto si legge che ‘i principali acquirenti dei Paesi UE/NATO sono stati: Francia, Stati Uniti d’America, Germania e Regno Unito’, escludendo la Turchia che è stata il principale acquirente di armamenti italiani tra i paesi Nato. Proprio queste contraddizioni tra i dati rendono ancor più necessaria la pubblicazione di quella tabella di dettaglio, introdotta dal Governo Prodi, per illustrare valori e le tipologie dei sistemi militari di cui era stata rilasciata l’esportazione”, conclude Beretta.

Nel Rapporto, inoltre, manca anche quest’anno la Tabella generale dei valori delle operazioni autorizzate agli Istituti di credito e non vi sono indicazioni che il Governo Monti abbia ripristinato nella più ampia Relazione al Parlamento anche la Tabella di "Riepilogo in dettaglio per Istituti di credito" che per anni ha riportato tutte le singole operazioni autorizzate alle banche: tabella che però è completamente sparita dalle Relazioni governative presentate al Parlamento dall’inizio di questa legislatura. “Sono documenti della massima importanza che hanno caratterizzato la Relazione italiana sulle esportazioni militari come una delle migliori in Europa per il livello di trasparenza”, commenta Chiara Bonaiuti, direttrice dell’Osservatorio sul Commercio delle armi (Os.C.Ar.).
Il Rapporto, infine, non documenta le esportazioni di armi comuni da sparo, di cui l’Italia è uno dei maggiori produttori e esportatori mondiali, che sono vendute per uso "civile, sportivo, per la difesa personale e per corpi di polizia e di sicurezza" cioè non specificamente dirette all’uso delle forze armate di altri paesi. “Una grave mancanza che negli anni scorsi ha favorito l’esportazione di armi italiane finite in Iraq o consegnate alla Pubblica sicurezza del colonnello Gheddafi”, sottolinea Carlo Tombola di OPAL, l’Osservatorio sulle armi leggere di Brescia. "E lo scorso anno, anche nel periodo delle rivolte della cosiddetta ‘Primavera araba’, dalla Provincia di Brescia sono state esportate “armi e munizioni" per un valore complessivo di 6,8 milioni di euro ai paesi del Nord Africa, e oltre 11 milioni di euro ai paesi del Medio Oriente

Rete italiana per il disarmo e la Tavola della pace invieranno perciò oggi al Presidente del Consiglio, Mario Monti, e agli uffici governativi compenti una richiesta formale per un "incontro urgente" sulle politiche delle esportazioni militari del nostro paese.

 

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Ultima modifica il Mercoledì, 16 Maggio 2012 09:52

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