Venerdì, 18 Novembre 2022 15:02

L'Italia firma la Dichiarazione internazionale sulle armi esplosive

L'Italia è tra gli 82 paesi che il 18 novembre a Dublino hanno ufficialmente adottato la Dichiarazione politica internazionale per proteggere i civili dalle conseguenze umanitarie derivanti dall'uso di armi esplosive nelle aree popolate, il cui testo era stato finalizzato lo scorso 17 giugno 2022 a Ginevra.
La dichiarazione è il culmine di un lungo lavoro di advocacy decennale condotto dalla Rete internazionale sulle armi esplosive (INEW), dal Comitato internazionale della Croce Rossa e dalle Nazioni Unite e da quasi tre anni di negoziati diplomatici guidati dall'Irlanda. Per l'Italia hanno aderito Campagna italiana contro le Mine e Rete italiana pace e disarmo, sotto il coordinamento dell'ANVCG.

L'uso di armi esplosive nelle aree popolate è la principale causa di vittime civili nei conflitti armati e la Dichiarazione costituisce il primo riconoscimento internazionale formale della necessità di affrontare con urgenza questo problema umanitario. Il documento promuove standard più stringenti di uso delle armi esplosive per proteggere i civili - si ricorda che rientrano nella definizione di armi esplosive quelle convenzionalmente usate in guerra - e impegna gli Stati che la approvano ad agire per attuarla apportando modifiche alla loro politica e pratica nazionale, comprese le politiche militari e le regole operative di ingaggio.

La Conferenza di Dublino per l'adozione della Dichiarazione politica si è tenuta in una sala gremita del Castello di Dublino, dove ministri degli Esteri, vice ministri e diplomatici di alto livello provenienti da oltre 50 paesi, nonché rappresentanti delle Nazioni Unite, Croce Rossa Internazionale e la società civile, hanno accolto con favore il documento definendolo spesso "un traguardo monumentale", riconoscendo le gravi conseguenze umanitarie delle armi esplosive e ammettendo realisticamente che la strada da percorrere verso una maggiore protezione dei civili in conflitto è ancora lunga.

Gli 82 paesi firmatari provengono da tutte le regioni del mondo e comprendono i principali produttori di armi esplosive, stati che nel passato le hanno utilizzate e paesi coinvolti attualmente in conflitti armati. Quasi tutti i 30 paesi membri della NATO hanno aderito alla Dichiarazione, inclusi gli Stati Uniti, che hanno annunciato la loro approvazione già lo scorso giugno. Non hanno sottoscritto il documento solo Estonia, Lettonia, Lituania, Montenegro, Macedonia del Nord e Polonia. L'Ucraina ha partecipato all'incontro affermando di sostenere pienamente lo spirito e i principi della Dichiarazione, ma sostenendo di poterla approvare solo dopo la fine del conflitto.Il Ministro degli Esteri dell'Irlanda Simon Coveney ha aperto l'incontro, seguito dalle dichiarazioni dell'Alta Rappresentante delle Nazioni Unite per il Disarmo (Izumi Nakamitsu), della Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (Mirjana Spoljaric), della coordinatrice di INEW (Laura Boillot), dalla sopravvissuto al conflitto armato e attivista siriana Nujeen Mustafa e del Primo Ministro della Norvegia, che ha parlato in video. Nujeen Mustafa ha tenuto un discorso commovente, in cui ha descritto il danno psicologico che ha subito da bambina disabile cresciuta durante i bombardamenti della sua città natale, Aleppo. A nome di INEW, Laura Boillot ha ha sottolineato che la Dichiarazione rappresenti una grande promessa di migliorare la protezione dei civili e ha riportato le aspettative della società civile per la piena attuazione degli impegni contenuti nel documento e l'universalizzazione delle sue norme. Il primo ministro norvegese ha sottolineato il suo "fermo impegno a mantenere la rotta", un riferimento all'interesse del suo paese ad assumere un ruolo di riferimento nella fase di attuazione. Un rappresentante della delegazione norvegese ha successivamente annunciato che la Norvegia ospiterà il primo incontro formale previsto dalla Dichiarazione, probabilmente nel 2024.

Nel corso della giornata i delegati degli Stati hanno sottolineato il ruolo fondamentale svolto da INEW, Croce Rossa, ONU e altri sostenitori nel portare avanti il processo di negoziazione e hanno espresso la speranza che questo spirito collaborativo e costruttivo rimarrà invariato nella fase attuativa. Più delegazioni hanno rilevato che in un periodo con così tante crisi globali, è incoraggiante che uno sforzo collettivo nella sfera del disarmo umanitario possa ancora raggiungere un risultato così straordinario. INEW a sua volta ha ringraziato l'Irlanda, e prima ancora l'Austria, per la loro forte leadership e impegno profuso nel processo negoziale, e si è anche impegnata a rimanere un attore centrale nel lavoro continuo sull'universalizzazione e l'attuazione.

Come sottolineato da INEW, approvando la dichiarazione gli Stati hanno riconosciuto il danno arrecato ai civili dalle armi esplosive e hanno espresso la loro solidarietà con le vittime di tale violenza nei paesi di tutto il mondo. Le delegazioni hanno fatto eco a questo sentimento descrivendo ripetutamente i danni diretti e indiretti causati dalle armi esplosive utilizzate nelle aree popolate nei conflitti in tutto il mondo, alcune citando la violenza in paesi specifici come la Siria, l'Ucraina e lo Yemen, e alcuni, tra cui la Somalia, la Palestina e la Croazia – prendere atto dell'impatto che tali violenze hanno avuto sul proprio paese in passato. Gli Stati hanno anche ripetutamente espresso il loro impegno a ridurre tali sofferenze future, non solo con l'approvazione della Dichiarazione, ma attraverso altri passi concreti come il sostegno all'assistenza alle vittime e la bonifica dagli ordigni bellici inesplosi.

"Il governo italiano attribuisce grande valore a questo processo, che si inserisce nel solco dell’impegno del nostro paese a sostegno dei diritti dell’uomo e del protezione dei civili nei conflitti, così come di una più compiuta attuazione del diritto internazionale umanitario” ha dichiarato per l'Italia Maria Tripodi, Sottosegretaria per gli Affari Esteri “[la Dichiarazione] include nel suo ambito di applicazione una nozione estesa del concetto di protezione dei civili, non limitata alla mera ricognizione degli effetti diretti e immediati derivanti dall’uso di armi esplosive, bensì tale da considerare i danni che nel medio-lungo termine compromettono tanto il diritto dei singoli ad un’esistenza libera e dignitosa, quanto beni di natura collettiva, come la salute, l’educazione, uno sviluppo equo e sostenibile”.

In Italia la causa delle vittime civili di guerra a causa delle armi esplosive nelle aree popolate è stata sposata da oltre 300 comuni dell'ANCI che, nel 2022, in occasioni delle celebrazioni della Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei Conflitti del mondo, hanno manifestato la loro solidarietà affiggendo sul palazzo dei proprio municipio lo striscione "Stop alle bombe sui civili" e/o adottando un apposita delibera comunale per incoraggiare il nostro paese a sottoscrivere la Dichiarazione politica.

Pur rilevando la grande importanza della Dichiarazione per la protezione dei civili nei conflitti armati, molti rappresentanti diplomatici hanno sottolineato che il documento è solo una pietra miliare in un lungo percorso, un punto di partenza, non un punto di arrivo. E' stata riconosciuta da tutti i presenti la necessità di aumentare il numero di Stati che avallano la Dichiarazione e di espandere in altro modo l'adesione alle sue norme (universalizzazione). E' stato anche chiesto a gran voce un solido processo di attuazione, con diversi Stati che hanno insistito sull'utilità di condividere buone pratiche e collaborare in tutti i modi possibili per assicurarsi che la Dichiarazione politica faccia davvero la differenza sul campo. Diversi delegati hanno chiesto che la fase di attuazione sia aperta, esortando tutti i paesi ad adottare la dichiarazione e ad attuarla in modo "rapido, concreto ed efficace".

Molti rappresentanti diplomatici hanno rilevato che la Dichiarazione potenzialmente è uno strumento per migliorare politiche e pratiche militari e promuovere l'attuazione del Diritto internazionale umanitario. Eppure, diversi membri della NATO hanno affermato che le loro politiche e pratiche erano già in linea con gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario, pur mantenendo aperta la possibilità di ulteriori miglioramenti se necessario. La Turchia è stato l'unico stato a presentare esplicitamente interpretazioni restrittive della dichiarazione.

Alcuni parlamentari provenienti da diversi paesi europei hanno promosso l'adozione da parte dei loro colleghi in tutto il mondo di un "Appello parlamentare internazionale" , già sottoscritto da oltre 100 parlamentari in tutto il mondo, esortando tutti i paesi ad adottare la dichiarazione e ad attuarla in modo concreto ed efficace. Hanno chiesto inoltre la creazione di un "Gruppo parlamentare di amici della dichiarazione politica EWIPA" nei parlamenti nazionali per incoraggiare il lavoro congiunto all'interno e all'esterno del governo sull'attuazione, anche attraverso audizioni, domande pubbliche, risoluzioni, sensibilizzazione dei media e sensibilizzazione pubblica. Ha inoltre chiesto la collaborazione tra i parlamentari a livello globale per lo scambio di buone pratiche.

La giornata è cominciata con una commovente cerimonia di fronte al Monumento dedicato al Civile ignoto, per rendere omaggio alle numerose vittime civili dei bombardamenti e degli attacchi con armi esplosive nelle aree popolate. Parlamentari provenienti da paesi diversi, rappresentati delle organizzazioni della società civile e degli Stati hanno mostrato le foto di alcune vittime delle armi esplosive.

 

I membri di INEW

 


Elenco degli stati aderenti al 18 novembre 2022:

Albania, Andorra, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Bulgaria, Capo Verde, Cambogia, Canada, Repubblica Centrafricana, Cile, Colombia, Comore, Costa Rica, Costa d'Avorio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Guatemala, Guyana, Santa Sede, Ungheria, Islanda, Indonesia, Irlanda, Italia, Giappone, Kenya, Kiribati, Kuwait, Laos, Liberia, Liechtenstein, Lussemburgo , Madagascar, Malawi, Malesia, Maldive, Malta, Messico, Moldavia, Monaco, Marocco, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Palau, Palestina, Perù, Filippine, Portogallo, Qatar, Repubblica di Corea, Romania, Saint Vincent e Grenadine, San Marino, Senegal, Serbia, Sierra Leone, Saint Kitts e Nevis, Slovacchia, Slovenia, Somalia, Spagna, Svezia, Svizzera, Togo, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, Uruguay.

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Per leggere il comunicato stampa, cliccare qui

Per leggere il testo della Dichiarazione politica internazionale (traduzione a cura di ANVCG), cliccare qui

Ultima modifica il Martedì, 10 Gennaio 2023 12:32

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