Il museo dell’Olocausto Yad Vashem di Gerusalemme riconosce l’opera umanitaria del ciclista fiorentino in favore degli ebrei a rischio deportazione
FIRENZE – “E’ una notizia che aspettavamo da tanto tempo, finalmente è arrivata, e proprio nel momento più significativo, nel bel mezzo dei mondiali di ciclismo a Firenze. E’ una gioia immensa”. Così Andrea Bartali, figlio del campione di ciclismo Gino Bartali, commenta la nomina del padre “Giusto fra le nazioni” arrivata in mattinata da Yad Vashem, il museo dell’Olocausto israeliano.
Bartali, nel corso della seconda guerra mondiale, aiutò la popolazione ebraica a rischio deportazione trasportando nella canna della sua bicicletta documenti falsi che avrebbero permesso loro di eludere i carnefici nazisti. Dagli archivi è emerso anche che, durante l’occupazione nazista di Firenze, Bartali ha aperto le porte della propria casa per nascondere una famiglia di ebrei fiorentini.
Yad Vashem spiega che Bartali è stato “un cattolico devoto che, nel corso dell'occupazione tedesca in Italia, ha fatto parte di una rete di salvataggio i cui leader sono stati il rabbino di Firenze Nathan Cassuto e l'Arcivescovo della città cardinale Elia Angelo Dalla Costa”, già riconosciuto Giusto tra le Nazioni.
“Questa rete ebraico-cristiana, messa in piedi a seguito dell'occupazione tedesca e all'avvio della deportazione degli ebrei, ha salvato centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e Yugoslavia”.
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