Da quando - nel 2012 - per la prima volta nella storia del nostro paese - il Governo provò a proporre la tassazione delle pensioni di guerra, tutta la categoria delle vittime di guerra ha perso quel rispetto riconosciuto unanimente da tutti, per diventare, nella mente di alcuni, un gruppo di privilegiati che a oltre 70 anni dalla fine del conflitto si ostina a essere ancora in vita e addirittura a mettere a repentaglio gli equlibri della finanza pubblica.
Questo inspiegabile e inaccettabile atteggiamento si fa forte di dati e cifre fuorvianti, errati o incompleti, come quelli diffusi dall'INPS o dal Commissario alla spending review.
Un esempio della superficialità con cui si parla di pensionati di guerra al giorno d'oggi è dato da un breve articolo apparso qualche giorno fa su "Il Tempo" online, dallo scandalistico titolo "In 600 arrivano a prendere anche 13mila euro al mese", in cui si insinua nei lettori il dubbio che i pensionati di guerra siano una sorta di cerchia privilegiata.
L'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra - nella persona del suo Presidente Nazionale Giuseppe Castronovo - ha prontamente inviato una replica alla testata, che si ringrazia per la tempestiva pubblicazione, in cui è stato ancora una volta dimostrato che "I pensionati di guerra non sono privilegiati né fortunati".
In un contesto come quello attuale in cui facilmente quello che viene scritto diventa opinione comune, l'Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra non mancherà di difendere in tutti i modi la dignità dei pensionati di guerra e di far conoscere la loro vera realtà, di cui purtroppo si sta perdendo la percezione nella istituzioni e nella società.