A novembre 2018, Action on Armed Violence, membro della rete internazionale INEW contro le armi esplosive nelle aree popolate, ha registrato circa 238 incidenti dovuti alla violenza esplosiva, che hanno causato un totale di 2,156 vittime (morti e feriti). Di queste vittime il 60% erano civili, circa 1.504.
La metà dei civili colpiti è rimasta vittima di ordigni bellici artigianali, il 38% da bombe sganciate via aerea e l'11% da armi esplosive usate via terra. Le mine terrestre sono state le responsabili del rimanente 1% delle vittime.
Gli incidenti si sono verificati in 22 paesi e territori. I paesi col maggior numero di vittime sono stati Siria, Afghanistan, Somalia, Pakistan e Iraq. Il mese di novembre ha segnato un aumento delle vittime colpite in Siria. Oltre il 75% dei civili morti e feriti sono stati causati da attacchi aerei guidati dalla coalizione statunitense contro l'area di Deir Ezzor controllata dall'ISIS, mentre un attentato in Afghanistan ha causato in un solo giorno 130 vittime. In generale, in Somalia, Pakistan e Iraq gli ordigni bellici artigianali si sono rivelati essere la principale causa di morti e feriti tra i civili.
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