Il 12 ottobre, in occasione della riunione della Prima Commissione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, INEW, la rete internazionale di ONG di cui l'ANVCG è parte, ha rilasciato un discorso sulle armi esplosive e sulla Dichiarazione Politica internazionale. In questo discorso ufficiale, INEW ha annuncia ufficialmente che il testo della Dichiarazione politica sulle armi esplosive sarà aperto alla firma degli Stati in una Conferenza internazionale organizzata a Dublino il prossimo 18 novembre.
Riportiamo qui sotto il testo del discorso, pronunciato da Kristina Duric, esperta di Disarmo di Norwegians' People Aid e vittima di bombardamenti.
"La ringrazio, signor Presidente.
È un onore parlare oggi qui in Prima Commissione a nome di INEW - la Rete Internazionale sulle Armi Esplosive - una coalizione di organizzazioni della società civile che lavora per prevenire le devastanti conseguenze umanitarie derivanti dall'uso di armi esplosive nelle aree popolate. Quest'anno i lavori della Prima Commissione proseguono poiché il mondo sta assistendo a terribili bombardamenti ai danni dei civili su paesi e città di tutta l'Ucraina. In questo conflitto l’'uso di armi esplosive nelle aree popolate ha provocato morte, feriti e distruzione. I bombardamenti militari hanno ridotto le città in cenere. Lo schema di danno associato all'uso di armi esplosive in aree popolate - dove 9 vittime su 10 sono civili - è chiaro non solo in Ucraina, ma anche in Yemen, Siria, Etiopia e in altri Stati che stanno vivendo simili devastazioni. È una questione di rilevanza globale che richiede una soluzione globale urgente.
Poiché i recenti conflitti hanno dato nuova rilevanza all'azione collettiva per trovare una soluzione, il 17 giugno di quest'anno gli Stati hanno messo a punto il testo della Dichiarazione politica sulle armi esplosive nelle zone popolate. Questo segna il culmine di quasi tre anni di consultazioni guidate dall'Irlanda, e di più di un decennio di richieste di azione per affrontare i danni ai civili causati da bombe e bombardamenti nelle città.
La Dichiarazione politica è sia un traguardo importante e che punto di partenza importante. È il primo riconoscimento internazionale formale che l'uso di armi esplosive nelle aree popolate ha gravi conseguenze umanitarie che devono essere affrontate con urgenza. Pone le basi per il lavoro futuro volto al rafforzamento della protezione dei civili. Per iniziare, gli Stati devono firmare la Dichiarazione politica alla Conferenza internazionale di alto profilo di Dublino, che si terrà il prossimo mese, il 18 novembre.
Più di 100 Stati hanno pubblicamente riconosciuto i danni causati dall'uso di armi esplosive nelle aree popolate e ci aspettiamo che un vasto numero di essi firmi la Dichiarazione di Dublino. Ci congratuliamo con questi Stati per aver così agito tempestivamente per affrontare le gravi conseguenze umanitarie causate dall'uso di armi esplosive nelle aree popolate e chiediamo a coloro che non lo hanno ancora fatto di seguire il loro esempio e impegnarsi pubblicamente a firmare la Dichiarazione senza ulteriori ritardi.
Gli Stati che sottoscrivono questo documento si stanno impegnando a lavorare insieme, con l'ONU, il Comitato internazionale della Croce Rossa e la società civile allo scopo di rafforzare la protezione dei civili dalle armi esplosive. L'attuazione della Dichiarazione richiederà interventi in una serie di settori chiave, tra cui lo sviluppo di politiche nazionali e modifiche delle pratiche militari per porre limiti effettivi all'uso di alcune armi esplosive, come evitare l’impiego di quelle con effetti a largo raggio nelle zone popolate, così da non provocare inutili danni ai civili. L'attuazione richiede anche di affrontare gli impatti a lungo termine derivanti dai danni e dalla distruzione delle infrastrutture civili, raccogliere e condividere dati per comprendere meglio le conseguenze umanitarie e fornire assistenza necessaria alle vittime, incluse le loro famiglie e le comunità colpite.
Come sopravvissuta ai bombardamenti, posso attestare che le cicatrici causate dall'uso di armi esplosive nelle aree popolate sono profonde e permanenti per le persone colpite per prime, e si riverberano ulteriormente sulle loro famiglie, comunità e società in modo complesso. Le sofferenze dei civili continuano molto tempo dopo la fine dell'uso di armi esplosive, poiché le persone colpite sono condannate a lesioni fisiche e mentali a vita con complessi e duraturi disagi psicosociali causati dal trauma e dagli effetti dei bombardamenti. Le armi esplosive rilasciano una contaminazione esplosiva da ordigni per decenni dopo la fine di un conflitto, determinando lo spostamento forzato di popolazioni, danneggiando e distruggendo abitazioni, ospedali, scuole, terreni agricoli, impedendo l'accesso umanitario e la fornitura di servizi critici, nonché ostacolando lo sviluppo. Il loro uso lascia quantità gregarie di detriti, rifiuti e sostanze chimiche tossiche. La dichiarazione politica riconosce che questi rischi per i civili sono, di fatto, inaccettabili. Fornisce un quadro importante per la futura collaborazione nell'affrontare questo problema ed è un passo fondamentale verso il processo volto ad aumentare la protezione dei civili nei conflitti armati.
Attendiamo pertanto con ansia di vedervi in Irlanda per approvare la Dichiarazione del 18 novembre. Vorremmo anche estendere l'invito a un Forum della società civile che si terrà a Dublino il 17 novembre e che mira a riunire tutte le parti interessate per costruire una visione condivisa della Dichiarazione politica e discutere come possiamo lavorare insieme per promuoverne l'effettiva attuazione.
Questo non è solo un momento per riflettere sull'importante pietra miliare della finalizzazione della Dichiarazione politica, ma segna anche l'inizio del lavoro che ci aspetta e di cui non vediamo l'ora di essere parte, lavorando in collaborazione con molti di voi.
Grazie"
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