Dal 22 al 24 aprile 2024, Stati, organizzazioni internazionali e società civile si incontrano ad Oslo, in Norvegia, per la prima conferenza internazionale di revisione della Dichiarazione Politica per rafforzare la protezione dei civili dalle conseguenze umanitarie dell'uso delle armi esplosive nelle aree popolate. Nella conferenza gli Stati saranno chiamati a rivedere i progressi fatti in merito all'implementazione degli impegni presi con la Dichiarazione; avranno inoltre occasione di condividere buone pratiche di politiche e pratiche militari e incoraggiare gli Stati che non l'hanno ancora fatto a firmarla.
Il 18 novembre del 2022 infatti 83 Stati hanno sottoscritto a Dublino la Dichiarazione Politica, è stato il culmine di quasi tre anni di consultazioni diplomatiche che hanno coinvolte Stati, le Nazioni Unite, la Croce Rossa internazionale e INEW, il network internazionale delle organizzazioni della società civili coinvolte sul tema umanitario delle armi esplosive, di cui ANVCG è membro dal 2017.
La Dichiarazione è il primo riconoscimento formale a livello internazionale che l'impiego delle armi esplosive nelle aree urbane ha gravissime conseguenze umanitarie a cui la Comunità internazionale ha il dovere di dare una risposta. Da novembre 2022, altri tre Stati hanno firmato la Dichiarazione: Giordania, Macedonia del Nord e Montenegro, e negli ultimi giorni anche il Kosovo, per un totale di 87 Stati.
La Dichiarazione stabilisce un programma per rafforzare progressivamente le misure di protezione dei civili coinvolti nei conflitti in cui si combatte nelle zone urbane. Sancisce ben 14 impegni che gli Stati firmatari sono chiamati a implementare, incluso quello cruciale di limitare o evitare del tutto l'impiego di queste armi (che lo ricordiamo, sono lecite ai sensi del Diritto internazionale umanitario) nelle aree popolate. La Dichiarazione inoltre fornisce un quadro di riferimento per future collaborazioni, sia tra gli Stati che tra Nazioni Unite, Croce Rossa internazionale e organizzazioni non governative, per ridurre le sofferenze e i danni alle popolazioni civili. Il documento inoltre assume come presupposto che gli stati firmatari agiranno in buona fede per l'implementazione dei suoi contenuti. La sua realizzazione richiede che gli Stati si impegnino rapidamente nel processo, in modo da sviluppare fin dall'inizio un'ampia aspettativa e una cultura dell'attuazione.
Attuare gli impegni presi con la Dichiarazione significa rivedere le politiche e i programmi di protezione già esistenti, intraprendere il dialogo con partner che possono essere rilevanti, come la società civile, e sostenere e partecipare alle attività di assistenza e prevenzione del danno. Gli sforzi e le iniziative che gli Stati hanno intrapreso fino ad oggi non possono considerarsi sufficienti ai fini della piena realizzazione degli impegni presi tramite la Dichiarazione.
Con questa prima conferenza di revisione della Dichiarazione politica internazionale sulle armi esplosive, gli Stati, le organizzazioni internazionali e quelle della società civile sono ora chiamate a rivedere gli impegni presi a un anno dalla sua sottoscrizione e a definire i prossimi passi verso gli obiettivi stabiliti.