Il 3 dicembre 2015 è stato pubblicato il report annuale dei Trattamenti pensionistici e beneficiari relativi al 2014, elaborato in collaborazione da ISTAT e INPS, a partire dai dati dell’archivio amministrativo – Casellario centrale dei pensionati.
Il report mira a fornire una "fotografia" di tutti i pensionati italiani, analizzando i dati per età, fasce di reddito, distribuzione territoriale ecc.
Anche le pensioni di guerra sono teoricamente ricomprese nell'analisi, ma con una grave distorsione di fondo: come specificato nel glossario, sotto questa voce sono considerate non solo le vere e proprie pensioni di guerra, ma anche le pensioni privilegiate ordinarie militari tabellari, cioé quelle erogate a coloro che hanno subìto un infortunio durante la leva.
Queste ultime costituiscono circa il 45% del totale del numero delle pensioni raggruppate nel report sotto questa voce: infatti a quella data, delle 216.254 "pensioni di guerra" considerate nel report, solo 131.348 sono vere e proprie pensioni erogate a coloro che sono rimasti invalidi o hanno perso un congiunto per fatti bellici (fonte: Elaborazione statistica del Ministero dell'Economia).
Seppure siano accomunate da una simile natura risarcitoria, i due trattamenti non sono la stessa cosa e sono molto differenti proprio dal punto di vista dell'analisi statistica: si pensi - ad esempio - alla diversissma distribuzione di età dei titolari e degli importi da loro percepiti.
I dati riportati rischiano quindi di essere altamente fuorvianti, come già emerso in passato durante le discussioni sulla spending review. Sarebbe quindi più opportuno che l'INPS e l'ISTAT fornissero dei dati distinti, evitando così di fornire all'opinione pubblica e soprattutto agli operatori di settore un quadro errato della realtà dei pensionati di guerra.