A un mese esatto dall'inizio del conflitto, appare chiaro che l'impatto umanitario delle operazioni militari in Ucraina sia sanguinoso e che sia destinato a peggiorare nelle sue conseguenze sulla popolazione civile.
Secondo l'OCHA, alla data del 22 marzo 2022 le vittime civili di guerra erano 2.571, di cui 977 morti. E' un numero, questo, che supera di gran lunga quello delle vittime civili della precedente ondata di ostilità verificatasi negli anni 2014-2015, quando i civili rimasti vittime delle ostilità erano 955. Gli oblast di Donetska e Luhanska continuano a pagare il prezzo più alto in termini di vittime civili. Sempre l'OCHA riporta che solo in queste zone le vittime civili di guerra sono 1.102 (224 morti e 621 feriti nelle aree controllate dalle autorità governative, 55 morti e 202 feriti in quelle sotto il controllo delle forze non governative).
La situazione umanitaria sembra essere disperata in tutto il paese, con evidenti diversità a seconda dall'area geografia. Su circa 865.000 nuclei di approvvigionamento energetico, circa 1.320 sono fuori uso. L'elettricità è stata ripristinata negli oblast di Donetska, Kharkivska (nord-est), Khersonska (sud), Kyivska (nord), Mykolaivska (sud), Sumska (nord-est) and Zaporizka (sud-est), ma il Ministero ucraino per l'Energia ha denunciato l'impossibilità di provvedere alle riparazioni in maniera più organizzata e capillare a causa dei combattimenti intesi, che impedirebbero o l'accesso ai siti da riparare o metterebbero in serio pericolo la vita degli operai. Sempre secondo il Ministero, il numero di famiglie rimaste senza fornitura del gas sarebbe aumentato in un solo giorno di 100.000 unità, arrivano a 291.000 in tutto il paese.
Nella zona orientale del paese, la situazione umanitaria appare disperata perché è dove si concentrano i combattimenti più violenti. Le autorità locali di Mariupol hanno stimato danni all'80% delle infrastrutture vitali della città e che solo il 10% dei servizi ospedalieri e di primo soccorso è ancora funzionante. L'approvvigionamento di acqua potabile in tutto l'oblast di Donetska è soggetto al razionamento di sole tre ore al giorno.
Nelle zone settentrionali e nella capitale del paese, la situazione sembra essere altrettanto disperata, con le organizzazioni umanitarie internazionale che denunciano lo stato di estrema vulnerabilità di persone disabili e anziani impossibilitati ad essere evacuati. Mentre Kiev sembra resistere, la città di Chernihiv è al collasso. In tutto l'omonimo oblast mancano acqua ed elettricità e il 70% delle abituazioni sulla linea dei combattimenti è stato distrutto.
A Sud, la città di Kherson rimane sotto il controllo delle forze militari russe. Le autorità amministrative locali riportano urgente bisogno di cibo e medicine, mentre 46.000 persone sono rimaste senza approvvigionamento idrico ed elettrico e 4.000 senza gas per riscaldarsi e cucinare.
Le operazioni di evacuazione avvenute tra il 21 e il 22 marzo hanno permesso di mettere in sicurezza 15.083 civili da Mariupol e 4.750 da Kiev nonché di organizzare in tutto il paese nove corridoi umanitari. Anche le autorità russe hanno organizzato operazioni di evacuazione che hanno interessato 17.929. Dall'inizio dei combattimenti la Federazione Russa sembra aver accolto all'interno dei propri territori oltre 384.111 persone. Non è possibile tuttavia portare avanti ulteriori verifiche circa lo stato di salute di questi civili.
Il 23 marzo l'OMS ha dichiarato di avere le prove di almeno 64 attacchi rivolto contro le operazioni di soccorso. Questi attacchi avrebbero condotto alla morte di 15 operatori sanitari e al ferimento di almeno 37 persone. Il Ministro dell'Istruzione Ucraina ha fatto sapere che circa 548 centri di istruzione sono stati coinvolti nelle ostilità militari, di cui 72 sono stati completamente rasi al suolo. 2.900 scuole in tutto il paese sono rimaste chiuse, e al momento solo 3 milioni tra bambini e adolescenti riesce a frequentare le lezioni.
La UN Women, nel frattempo, ha lanciato un allarme sulla vulnerabilità delle donne in tutto il paese, a rischio di violenza di genere, sfruttamento sessuale e tratta.
Infine, l'UNHCR riporta che dall'inizio delle ostilità i civili rifugiatisi in altri paesi sono 3.626.546, mentre gli sfollati interni sono ora più di 2 milioni.